Ivan Forte coordinatore provinciale Forza Italia Isernia“Le vicende che riguardano il trasferimento delle attività dell’Unimol da Isernia (nella foto in home page la foto della sede di via Mazzini) alla sede di Pesche rappresentano, purtroppo, una pagina buia non solo per tutte le istituzioni coinvolte ma anche e soprattutto per la città di Isernia in generale. Resta l’amara constatazione che a pagare il prezzo più alto, come spesso accade, saranno i giovani studenti costretti a far fronte a notevoli disagi nonché ad un ulteriore dispendio economico”. Interviene con queste parole Ivan Forte, coordinatore provinciale di Forza Italia, (nella foto a sinistra) sulla questione del trasferimento della facoltà di Scienze Politiche dal centro storico di Isernia alla sede di Pesche. Un trasferimento annunciato a dicembre dal rettore dell’università degli studi del Molise, Gianmaria Palmieri, e che sembra essere oramai in dirittura d’arrivo. “Perdere l’Università – spiega Forte – significa perdere una parte significativa della vitalità del centro storico di Isernia. Un avvenimento di cui non si possono ignorare le future implicazioni economiche e sociali: svuotare il cuore cittadino delle attività studentesche causerà non pochi problemi ai commercianti, ai proprietari di immobili nonché agli studenti stessi che dovranno sottoporsi a continui spostamenti in un territorio a scarsa densità di mezzi di trasporto. Quello che è mancato in tutta questa vicenda – aggiunge il coordinatore forzista – è la chiara volontà politica di trovare soluzioni adatte a soddisfare gli interessi di tutte le parti coinvolte: le istituzioni del territorio non possono considerare marginali questioni che riguardano le attività universitarie e che costituiscono, invece, il termometro del fervore e del dinamismo di ogni centro urbano che si rispetti. Mi auguro che il Comune, la Provincia e la Regione sappiano attivarsi per aprire immediatamente un tavolo di confronto con l’Università che scongiuri la chiusura delle sede del centro storico di Isernia e che tuteli sia la sostenibilità dell’offerta didattica che il diritto allo studio dei tanti studenti coinvolti”.

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